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martedì 23 febbraio 2010

Mozione sul Nucleare di "Gavorrano Libera".
























Riceviamo e pubblichiamo la Mozione di Gavorrano Libera


Da inviare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
e al Ministero dello Sviluppo Economico

29 gennaio 2010

MOZIONE URGENTE

Oggetto: territorio comunale denuclearizzato

IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE

Il governo Berlusconi ha deliberato il ritorno al nucleare nel nostro Paese, con l’ obiettivo di costruire sul territorio nazionale una decina di reattori entro il 2030 -nel 1987 oltre venti milioni di italiani hanno votato un referendum contro il nucleare (più dell'80% dei votanti); il nucleare è una fonte energetica in declino sullo scenario mondiale. Infatti secondo le stime dell’Aiea sul contributo dell’atomo alla produzione elettrica mondiale contenute nel rapporto “Energy, electricity, and nuclear power estimates for the period up to 2030” pubblicato nel 2007, nei prossimi decenni si passerebbe dal 15% del 2006 a circa il 13% del 2030. la scelta del nucleare non solo non contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici , ma ci portera’ ad accumulare ulteriori ritardi rispetto agli accordi internazionali per la riduzione di emissioni/ consumi e aumento del contributo delle rinnovabili e provochera’ ulteriori sanzioni economiche al nostro paese -Gli investimenti sul nucleare sottraggono risorse importanti allo sviluppo delle rinnovabili e al miglioramento dell’efficienza energetica, le uniche soluzioni praticabili per ridurre in tempi brevi le emissioni climalteranti. Il nucleare e’ un affare solo per poche grandi imprese costruttrici e non incrementa l’occupazione , al contrario della green economy che ad oggi in Germania tra diretto e indotto ha portato lavoro a circa 250.00 addetti. l’Italia e’ candidata a promuovere una tecnologia già vecchia, a maggior ragione se nel 2030 vedrà la luce il nucleare di “quarta generazione”( sempre che abbia risolto nel frattempo i problemi emersi durante le ricerche in corso a livello internazionale). L’idea che il nucleare porti indipendenza energetica e’ pura propaganda. Il mondo evoluto dipende principalmente dal petrolio , che solo in infinitesima parte entra nel campo del nucleare. L’energia atomica pone invece una dipendenza da un’altra risorsa in via di estinzione, la cui estrazione, lavorazione e trasformazione è nelle mani di poche societa’ estere. L’idea che il nucleare sia economico e porti a ridurre i costi per l’utenza e’ pura propaganda. I costi veri di un KWh da produzione elettronucleare, la sicurezza delle centrali, la gestione dei rifiuti radioattivi e lo smantellamento (decommissioning) degli impianti, la loro sicurezza tecnologica e militare comportano infatti costi elevatissimi. L’apparente basso costo del KWh dal nucleare per alcuni paesi è dovuto esclusivamente all’intervento diretto e indiretto dello Stato, sulla sicurezza degli impianti ancora oggi, a 22 anni dal terribile evento di Chernobyl, non esistono le garanzie necessarie per l’eliminazione del rischio di incidente nucleare e conseguente contaminazione radioattiva, come dimostra la lunga serie di incidenti avvenuti in Francia nell’estate del 2008. Esistono i problemi legati alla contaminazione “ordinaria” delle centrali nucleari in seguito al rilascio di piccole dosi di radioattività durante il normale funzionamento dell’impianto a cui sono esposti i lavoratori e la popolazione che vive nelle aree circostanti. Non esistono poi ad oggi soluzioni concrete al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall’attività delle centrali o dal loro decomissioning. Le circa 250mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte fino ad oggi nel mondo sono tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivo, stoccati in depositi “temporanei” o lasciati negli stessi impianti dove sono stati generati Il nucleare pone il problema di rendere inutilizzabile il materiale fissile di scarto per evitarne il possibile uso a scopo militare, a maggior ragione in uno scenario mondiale in cui il terrorismo globale è una minaccia attualissima. I considerevoli consumi di acqua necessari al funzionamento dei reattori aggraverebbero la già delicata situazione italiana. Le centrali nucleari francesi usano il 40% delle risorse idriche consumate su tutto il territorio nazionale. Secondo uno studio del 2007 pubblicato negli Stati Uniti dall’ Union of concerned scientist, in media per un reattore da 1.000 MW servono oltre 2,5 milioni di metri cubi di acqua al giorno. Una quantità rilevante anche per l’Italia, visti anche gli scenari futuri sugli impatti dei cambiamenti climatici che prevedono una consistente riduzione nella disponibilità delle risorse idriche nel nostro Paese. Cio’ pone una serie di interrogativi sullo sfruttamento e sulla gestione dei bacini idrici nel nostro paese e nella nostra regione; già una delibera comunale in passato si era pronunciata contro il coinvolgimento di Gavorrano nell’ impiego del nucleare come risorsa energetica, definendo il nostro comune come denuclearizzato.
Dal momento che lo scorso maggio tre senatori hanno rivolto un’interrogazione urgente al primo ministro per «sapere se, nelle intenzioni del Governo, una delle centrali nucleari italiane sorgerà a Montalto di Castro e se corrisponde al vero che l’Alto Lazio e la Toscana meridionale (si parla dell’Amiata, versante grossetano), insieme alle Murge, tra Puglia e Basilicata siano le aree destinate ad ospitare i siti di stoccaggio delle scorie nucleari».

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

a confermare Gavorrano “territorio comunale denuclearizzato”, e pertanto contrario non solo all’insediamento nel territorio comunale di impianti ad energia nucleare per fissione di materiali radioattivi ma anche al deposito o transito di materiali radioattivi anche di bassa attività, materiali arricchiti o impoveriti, scorie radioattive, materiali allo stato solido, liquido o gassoso contaminati da fonti radioattive e derivanti dalla filiera della produzione di energia nucleare.

Dott. Gabriele Barbi
Capogruppo Gavorrano Libera

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